Prendiamo il concetto di rooting prima di discutere i suoi pro e contro. In ogni dispositivo di memorizzazione, c'è una cartella in cima al suo albero di directory, che è la prima cartella del dispositivo. Questa cartella è chiamata root del dispositivo. In Android (che è fondamentalmente un Linux), questa cartella è fondamentalmente la cartella principale del ramdisk sotto la quale, tutte le altre unità e partizioni sono collegate in modo simbolico (proprio come la creazione di un collegamento di file in Windows), per dare alla struttura generale di archiviazione una visione bella e fluente. Questa è la radice del dispositivo che è generalmente resa inaccessibile dall'OEM (l'azienda che ha prodotto il dispositivo), per ragioni di sicurezza e cattiva gestione. Per questo, in qualsiasi dispositivo Android appena acquistato non rootato, solo due cartelle sono accessibili. Chiamate spesso come Internal Storage e External Storage, che sono sottodirectory sotto la cartella /mnt. Il rooting di un dispositivo Android sblocca quindi l'accessibilità alla radice del suo albero del file system, consentendo la modifica di qualsiasi file di sistema come desiderato. Questo può portare ad uno strano comportamento dell'intero sistema operativo, o addirittura ad un sistema operativo non avviabile se gestito con noncuranza. Ma, se si conosce la chiave giusta per il blocco giusto, il rooting dà quasi un dispositivo completamente nuovo, in termini di prestazioni e potenza. Si può passare attraverso diversi gusti di Android, con una UX completamente nuova e molte più opzioni di personalizzazione. È possibile overcloccare il processore per dare al dispositivo un enorme aumento delle prestazioni. Puoi fare quasi tutto il possibile per il tuo dispositivo se sai di fare la cosa giusta. Altrimenti, può essere un grande disastro. Quindi fai con saggezza, e fai sempre un backup dell'intero dispositivo dalla modalità di recupero prima di andare a modificare o cambiare qualcosa di serio. Ed è una vittoria per voi .