Perché alcuni considerano l'olio di palma come male? Perché incarna la distruzione in nome del profitto. Ciò che viene abbattuto per far posto alle piantagioni di palma da olio è la foresta pluviale tropicale, habitat di una serie di specie ora molto in pericolo. E nel processo, si costruiscono strade che permettono l'incursione di migliaia di disperati in cerca di una via d'uscita dalla povertà - con tutta l'immensa distruzione ambientale che ne consegue. Ma, per controbattere la risposta di Abimanyu, oltre a questi fattori che distruggono l'ecologia, ci sono i fattori sociali e ambientali. Gli indigeni che dipendono dalle foreste intatte sono spinti fuori dalla loro terra (spesso generando conflitti che sfociano in morti - mai degli amministratori delegati delle piantagioni, naturalmente, ma di quelle persone che protestano per essere spogliate dei loro diritti tradizionali), diventando nel migliore dei casi manodopera vincolata per queste piantagioni, e nel peggiore dei casi impantanandosi ulteriormente nella povertà più profonda. Poi, i veleni che queste piantagioni applicano alla terra si infiltrano nell'aria e nell'acqua del paesaggio, influenzando le catene alimentari da cui questi popoli nativi dipendono. E come se non bastasse, le piantagioni di palme da olio nel sud-est asiatico e ora in Africa e Sud America sono spesso piantate su torbiere prosciugate - che poi, ossidandosi (o peggio ancora, prendendo fuoco) rilasciano immense quantità di gas serra nell'atmosfera.

Per bilanciare questo: solo in Indonesia circa 4,5 milioni di famiglie di agricoltori si guadagnano da vivere coltivando palme da olio su piccola scala. Ma la vera domanda è: quanto meno questo rende la crescita rapace di questa merce meno cattiva? Lascio a voi la decisione.