Le leggi alimentari degli avventisti del settimo giorno sono levitiche. Gli animali devono masticare la carruba e avere gli zoccoli biforcuti. Gli animali di mare devono avere le squame. Gli uccelli proibiti erano nominati per nome, non per caratteristiche, ma avevano in comune il fatto di essere predatori o mangiatori di carogne. Tutte queste restrizioni avevano un qualche fondamento medico. Gli avventisti del settimo giorno aggiungono il vegetarismo alle loro raccomandazioni dietetiche, usando l'argomento biblico che, prima del diluvio di Noè, l'uomo non mangiava carne. Nel Giardino dell'Eden si dava da mangiare solo verdura, quindi la perfetta volontà di Dio sarebbe di ritornare a quel modello. Non è senza benefici, anche se non sono d'accordo con la loro ermeneutica scritturale in materia. Gli avventisti del settimo giorno, in media, vivono sette anni in più degli altri nello stesso quartiere.

I materiali vegetali avevano diverse restrizioni scritturali e alcuni sono considerati non kosher nel calcolo ebraico. Ecco un campione di ragioni per cui:

Due tipi coltivati insieme.

Frutti raccolti a tre anni dalla piantagione.

Piante coltivate per onorare un idolo.

Non ho mai incontrato avventisti del settimo giorno che fossero meticolosi nell'applicare questi tecnicismi più esotici delle scritture, ma non lo escluderei.

L'unica cosa sulle piante marine che potrebbe metterle in discussione è se la pianta fosse davvero un animale, come il corallo. Allora sarebbe proibito sotto l'intero ambito della guida ai frutti di mare (animale) Se è davvero una pianta, e questa lo è, non credo che ci sia una regola contro di essa. È imparentato con il grano saraceno, si dice. Si produce su un arbusto sempreverde tollerante al sale che cresce nelle acque costiere. Si dice che sia abbastanza salutare, ma questo era su un sito web che vende la roba, quindi (letteralmente) prendetelo con un pizzico di sale.